• di Giuseppe Appella con la collaborazione di Bruna Fontana

ISBN: 978-88-6557-051-7

ALBERTO GIANQUINTO

Catalogo Generale dei dipinti dal 1947 al 2003 di Giuseppe Appella con la collaborazione di Bruna Fontana

228,00

Quantità:
Una 'visita' per immagini e documenti (viene ricostruita, per la prima volta, in un lungo capitolo, la vita e la fortuna critica dell'artista veneto) all'opera, lunga quasi sei decenni, di un protagonista della cultura che dagli anni Venti-Trenta, ricollegandosi non solo al Settecento veneziano di Tiepolo e Piazzetta ma anche all'esperienza di Morandi e De Pisis, analizza le più sottili emergenze del dopoguerra e si inserisce, di diritto, in quella complessa e ricca pittura europea che ha avuto in De Stael e Bacon le sue punte di diamante. Duemilatrecento sono le immagini delle opere rintracciate e schedate rispettando la singolare elaborazione di continuità e di lunga durata messe in campo da Gianquinto nello spazio dello studio di Venezia prima, di Jesolo poi. Uno spazio che è l'idea stessa del dipingere e rende possibile questa moltiplicazione incessante di quadri che si inseguono come le quinte di una grande scena nel teatro della vita amplificando la consuetudine, tutta italiana, di pensare il proprio passato. Figure, alberi, rami fioriti, nature morte, paesaggi veneti ma anche di un meridione assolato e fermo nel tempo, spesso commentati sul verso delle tele, scandiscono architetture di spazi secondo ritmi di vuoti e pieni, scrivono col pennello premuto sul fondo date e parole che fermano la memoria su momenti dell'esistenza e della storia, tessono scale di toni ora densi ora lievi non dissimili dall'adorata musica. Lì dove la materia si addensa, Gianquinto elabora le sue ricerche non solo tecniche, si libera degli insegnamenti ricevuti. mette in campo quella capacità, che fu anche di Bacon, di rendere palpabile la traccia, il frammento, i resti degli oggetti e la loro inevitabile corruzione. Tutto ciò, allora, libera Gianquinto dall'ideologia propria della cultura del realismo o dell'informale portati a una ricerca analitica sugli oggetti o alla distruzione della forma, e ce lo riconsegna come pittore della memoria capace di costruire, intorno alle sue più minute tracce, una simbologia del mondo chiuso nello spazio dello studio eppure specchio del disfacimento di una intera generazione.
formato 24 x 33, rilegato con cofanetto in tela, pp. 848, 81 col., 2476 b/n
2012

“ALBERTO GIANQUINTO”

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