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a cura di Caterina Zappia
OMAGGIO A COMMENTARI D’ARTE
a cura di Caterina Zappia€40,00
Saggi di Caterina Zappia, Roberto Paolo Ciardi, Teresa Pugliatti, Cristina Acidini, Bert W. Meijer, Arnauld Brejon de Lavergnée, Pierre Rosenberg, Patrizia Rosazza Ferraris, Giovanna Capitelli, Alessandro Del Puppo, Hélène Koehl, Maria Grazia Messina, Alessandra Migliorati, Marina Romiti, Stefania Petrillo
FONDO LEOPARDIANO a cura di Fiorella De Simone e Adriano Santiemma €23,24
A latere, ma essenziale per gli studiosi di letteratura italiana, viene pubblicato nell’ambito delle celebrazioni per il bicentenario leopardiano lo straordinario fondo di proprietà della Biblioteca Alessandrina di opere critiche dedicate a Leopardi e di opere autografe.
Da testi rari come le sue “lettere a Giovanni Rossini” a opere critiche altrettanto introvabili come “la stroncatura del grande Poeta ad opera di Giacomo Pastori”.
Giulia, la figlia del divo Augusto di Leros Pittoni €16,00
Più che un racconto storico “l’adultera senza volto” vuol essere un “vissuto storico”. Infatti l’autore, che riporta quanto dicono gli episodi storici dell’epoca, ci conduce nella Roma di Cesare Ottaviano Augusto e ci fa conoscere Giulia, l’unica sua figlia. La segue e “l’ascolta”. L’ascolta anche nella sua più profonda intimità. Perché fu bollata dalla storia come dissoluta?
Giulia, che si esprime quindi in prima persona, è quel tipo di donna che non accetta di essere uno scambio di convenienza, tanto meno uno strumento sessuale. E non vuole neanche subire l’imposizione di un potere, quando è assoluto, poiché ogni potere assoluto per essere tale è basato in gran parte sull’ipocrisia. Giulia sa benissimo a cosa va incontro e ciò la rende una donna dei nostri giorni, sa lottare, sa amare, sa provocare. Ma sopratutto saprà sempre essere se stessa. E nel sacrificio dell’esilio, ci rivelerà con profonda e commovente sensibilità chi amò realmente fino alla morte.
L’autore, inoltre ci porterà ad incontrare Ovidio, Mecenate, Agrippa, Scribonia, Virgilio, Tiberio, Livia e altri personaggi storici.
Saremo presenti nei grandiosi spettacoli della Roma imperiale, nel suo fasto, come nei suoi più corrotti costumi.
TRA QUATTRO E CINQUECENTO a cura di Stefano Colonna €55,00
Gli atti riproducono il taglio interdisciplinare del Convegno, promosso e organizzato dai dipartimenti di Italianistica e di Storia dell’Arte dell’Università degli Studi “La Sapienza” e dalla Biblioteca Nazionale Centrale “Vittorio Emanuele II” di Roma, nei tre indirizzi fondamentali: letterario, artistico e biblioteconomico.
I contributi sono a cura di alcuni tra i più illustri studiosi, italiani e non, del periodo di riferimento, coordinati dal comitato scientifico composto da Maurizio Calvesi, Stefano Colonna, Gennaro Savarese e Paolo Veneziani. Viene presentato così un bilancio degli studi relativi alla cultura romana tra il pontificato di Sisto IV (1471-1484) e il Sacco di Roma (1527). Il campo umanistico, oggetto di tali studi, è considerato nella sua estensione dalle lettere alle arti e nel comune denominatore della rivisitazione dell’antico.
Una particolare attenzione è indirizzata infatti allo studio dei classici e di tutto il repertorio artistico-monumentale dell’antico secondo un atteggiamento che, mentre dà vita a una nascente filosofia, s’inoltra nella ricerca dei significati simbolici e nell’interpretazione dei miti o dei presunti messaggi ermetici; essa dà luogo a rivisitazioni anche rituali che riportano in auge elementi di paganesimo, variamente conciliati con la fede religiosa e tollerati o accolti dalla curia, o talvolta ai limiti della trasgressione come nell’ambito dell’Accademia Pomponiana.
In questo contesto, si è voluto promuovere anche una verifica delle proposte che collocano il sogno di Polifilo nell’ambiente romano facendo il punto su nuove acquisizioni relative all’opera.
La versione autografa gelosamente custodita nelle biblioteche del mausoleo del Vittoriale, questa ristampa anastatica della storica Carta del Canaro riempie un ‘buco’ bibliografico – fatto tra l’altro assai più frequente di quanto si pensi – nella pubblicistica del Vate d’Italia.
Si tratta del notissimo testo costituzionale di quella reggenza italiana del Carnaro che rappresentava la soluzione provvisoria di D’Annunzio fino all’annessione di Fiume all’Italia.
Il documento fu reso pubblico il 30 agosto del 1920 dal poeta stesso che lo lesse nel Teatro Fenice. Testo di pubblica utilità per quanti si occupano di storia del Novecento, il volumetto contiene contenuti interessanti anche per quanti desiderino constatare quanto lontane ancora in quei mesi fossero le posizioni di D’Annunzio dall’allora nascente movimento fascista tanto da venire elogiato dallo stesso Lenin quale autentico rivoluzionario.
Mancava da qualche decennio dal mercato editoriale italiano questo classico della letteratura medievale castigliana, riproposto oggi in versione riccamente annotata e tradotta dando il massimo risalto alla qualità della prosa del testo originale, scritto in ‘volgare’ contrariamente per quell’epoca all’uso corrente del latino.
L’autore è Don Juan Manuel, discendente di una delle più potenti famiglie feudatarie del suo tempo, con ramificazioni dinastiche ultra altolocate tanto da far circolare il detto “non siamo noi a discendere dai re, sono i re a discendere a da noi”.
Uomo colto letterato, oltre che potente uomo d’arme, Don Juan fu autore prolifico anche se non tutta la sua produzione è giunta fino a noi: il testo che qui si propone – il cui titolo originale è “Libro degli esempi del conte di Lucanor e Patronio” – fu portato a termine nel 1335 – è ritenuto un raro compito ritratto della realtà sociale spagnola dell’epoca.
Si tratta di una collezione di 51 racconti con finalità morali in cui Patronio, consigliere del conte, offre consigli sulle questioni di volta in volta proposte dagli eventi narrati. Completano l’opera un centinaio di proverbi moraleggianti ed un ragionamento sulla salvezza dell’anima.
Ciascun personaggio ritrattato, signore o poveretto, moro o giudeo, cortigiano o contadino, partecipa a questo straordinario affresco letterario che fa del volume uno strumento insostituibile per la comprensione della realtà storica e sociale spagnola del Medioevo.