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di AA.VV.
I GRANDI RITORNI NELL’ARTE
Recuperi, restauri, rivisitazioni
di AA.VV.
€12,50
catalogo Roma 2003
“I GRANDI RITORNI NELL’ARTE
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Aggiungi al carrelloArticolo aggiunto! Sfoglia la lista dei desideriL'articolo selezionato è già presente nella tua lista dei desideri! Sfoglia la lista dei desideriLA TRINITÉ DES MONTS REDÉCOUVERTE
TRINITÀ DEI MONTI RISCOPERTA
Arts, foi et culture
Arti, fede e cultura a cura di Yves Bruley €35,00Le ricorrenze servono a ricordare e a pensare: e questa particolarissima ricorrenza – il quinto centenario della fondazione del convento di Trinità dei Monti a Roma, celebrato con una mostra, una serie di importanti restauri al monumento e il volume che qui si presenta, ci servono a riscoprire un edificio religioso che con la sua straordinaria facciata che funge da quinta scenografica alla famosa scalinata di Trinità dei Monti – troppo spesso fotografata nella memoria ma non altrettanto conosciuta e visitata.
La presenza dei francesi a Roma è simboleggiata assai più dalla chiesa di San Luigi dei Francesi che da questo ampio complesso fondato nel XV secolo da San Francesco di Paola per volontà di Carlo VIII di Francia, di cui padre Luigi XI l’eremita calabrese aveva assistito spiritualmente negli ultimi giorni della sua vita mondana. E fu così che nacque il convento reale della Trinità di Monti, una delle varie sedi sparse in Europa dell’Ordine dei Minimi.
Centro indiscusso di studi e esercizio della spiritualità, in una delle biblioteche più antiche di Roma, il convento ed i suoi animatori furono posti già nel ‘600 tra coloro che “hanno fatto di Roma L’Accademia della Cristianità”. Solo nel 1828 la successione ai minimi francesi toccò ad una congregazione femminile dedita all’insegnamento, le Dame del sacro Cuore.
Il cammino storico, artistico e culturale del luogo era comunque già tracciato. E di esso ce ne sono restituite le vestigia in un nuovo ritrovato splendore. -
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IL MUSEO NAZIONALE DELL’EUR a cura di Stefania Massari €45,00Il Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari a Roma è frutto di complesse vicende costitutive al centro delle quali vi sono personalità della cultura italiana che con grande lungimiranza hanno lavorato indefessamente affinché anche il nostro Paese, così come nel resto d’Europa, fosse dotato di un luogo in cui fossero concentrate il maggior numero di testimonianze locali a testimonianza delle nostre tradizioni, tanto variegate quanto lo sono state le vicende storiche della penisola.
In questo volume viene ricostruita e testimoniata, dopo anni di ricerche d’archivio e raccolta di dati, la storia della costituzione di questo Museo: dal primo nucleo fiorentino, sollecitato da Lamberto Loria (1855-1913), nato come Museo di Etnografia che raccoglieva circa 2.000 oggetti di cultura popolare, al suo rapido e progressivo arricchimento tanto da costituire la sezione Etnografica dell’Esposizione Universale di Roma del 1911.
La collezione rispecchiava l’impostazione del suo curatore Lamberto Loria risultato dell’indagine rigorosa sulle diversità delle usanze e dei costumi, delle espressioni di pratiche tradizionali, dei vari aspetti della ritualità magica e religiosa localizzabili nelle varie Regioni d’Italia. Già nel 1923 era stato istituito, per Regio Decreto, il Museo Nazionale ma lentezze burocratiche e gli eventi bellici ne ritardarono nuovamente l’attuazione avvenuta nel 1956 con l’apertura del Museo Nazionale delle arti e tradizioni popolari la cui idea iniziale risale al progetto EUR E42.
La collezione del Museo (circa 200.000 oggetti) è relativa al patrimonio demologico e folclorico italiano i cosìdetti “beni demoetnoantropologici” che hanno avuto recentemente il riconoscimento legislativo del nuovo Ministero per i Beni e le Attività Culturali istituito nel 1998. -
Leggi tuttoArticolo aggiunto! Sfoglia la lista dei desideriL'articolo selezionato è già presente nella tua lista dei desideri! Sfoglia la lista dei desideriGALLERIA COLONNA IN ROMA
Dipinti a cura di Eduard A. Safarik €26,00Unica pubblicazione in commercio sulla sezione dei dipinti di una delle più importanti collezioni private italiane, questa guida è, oltre che ricca di dati utili alla conoscenza dell’arte europea dal Rinascimento in poi, testimonianza indiscussa di un collezionismo di altissima qualità con opere di artisti come Rubens, Tintoretto, Guido Reni, Ghirlandaio, Veronese, Correggio.
Conservati nella celeberrima Galleria, decorata suntuosamente per accogliere, insieme ad essi, anche importanti opere di scultura e arti minori, nonostante la dispersione di parte delle collezioni che la famiglia attuò alla fine del Settecento per aiutare lo Stato Pontificio a far fronte a gravosissimi dazi imposti dai Francesi, la collezione resta un importantissimo punto di riferimento per la museografia internazionale ed è stata tra l’altro nuovamente integrata a partire dall’Ottocento. -
Aggiungi al carrelloArticolo aggiunto! Sfoglia la lista dei desideriL'articolo selezionato è già presente nella tua lista dei desideri! Sfoglia la lista dei desideriARTE IN BASILICATA a cura di Anna Grelle Iusco €41,00
Una pietra miliare per la conoscenza di un’area artistica culturale del tutto trascurata: così fu presentato oltre vent’anni fa il catalogo dell’omonima mostra allestita a Matera, edito dalla De Luca.
Esaurito in breve tempo, si è infine deciso insieme all’autrice di proporne una versione attualizzata anche perché, nel frattempo, ben poco è stato scritto di altrettanto organico sul tema.
Inventario-repertorio delle emergenze artistiche della Basilicata dalla fine dell’Impero Romano al Seicento, il volume si avvale di ulteriori 150 pagine circa di aggiornamento bibliografico, critico e iconografico.
Si riscopre così che in una terra che ha subìto da sempre continui mutamenti politici e, di conseguenza, culturali, dal predominio normanno a quello angioino ed aragonese ad influenze le più diverse, prevalentemente nell’ambito dell’Italia centrale, ci sono state da sempre nel quasi millennio censito dall’autrice interessanti espressioni artistiche e curiosità intellettuali autoctone di tutto rispetto.
“Arte in Basilicata” è dunque un ulteriore contributo alla sempre crescente valorizzazione delle realtà culturali decentrate e della loro autonomia dai grandi centri propulsioni di idee ed artefici del fare artistico.
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