ISBN: 978-88-6557-056-2

SCIALOJA
Le Carte

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A tredici anni dalla scomparsa di Toti Scialoja, la Fondazione a lui intestata promuove un volume che analizza, in maniera inusuale, il disegno di Toti Scialoja dal 1938 al 1996. L'autore del libro, Fabrizio D'Amico, supportato da una ricca scelta di immagini, sottolinea come Scialoja affidasse "alla carta tanta parte di sé: di quanto era stato quel giorno, di quel che sarebbe stato domani; vi ricordava i gesti compiuti, vi prefigurava altri che sarebbero venuti. Legava, nell'affrontare il lavoro sulla carta, l'oggi al suo futuro, a quel che sarebbe venuto domani". Il disegno di Scialoja nasce "senza mai essere banalmente un progetto, uno stadio preparatorio e dunque imperfetto dell'opera maggiore, e ad esso subordinato". Se, all'inizio, "un disegno minuziosamente condotto s'era incaricato di tutto, di sostituire una pittura che ancora non c'era", col passare degli anni cerca "in campi dove la pittura non osava, o non era convinta sino in fondo d'avventurarsi" (1953-1954), sonda le ipotesi astratto-concrete, affianca il lavoro condotto con lo straccio in luogo del pennello e la pittura affidata al gesto, si qualifica, con la scoperta dell'impronta (1957), come evento del tutto nuovo nell'ambito del tradizionale concetto di 'disegno'. Da questo momento, l'opera su carta "torna a rivestire un ruolo maggiormente ad essa riconosciuto dalla prassi pittorica" (1961-1964), "si mostra idonea a sperimentare in una dimensione più raccolta quei pensieri sulla scansione ormai nettamente separata dai campi delle impronte" (1965-1975), coltiva "il sospetto verso una pittura che possa confessare il proprio 'intero' (così chiama l'unità indistinta che avverte stringere assieme viscere e pensiero) sulla superficie" (1976-1982), si assume il compito di cercare quella "maggiore libertà che ormai gli preme dentro come necessità incoercibile" (1983-1998).
formato 28 x 31, rilegato con sovraccoperta, pp. 144, 180 col.
Roma 2011

“SCIALOJA
Le Carte”

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